MINIGUIDA

(versione 2.1 - i links in grassetto sono quelli attivi)

Dopo gli studi qualificati, i testi prestigiosi, e qualche guida pubblicata su Via Giulia, riservata comunque sempre a lettori preparati ed attenti, vorrei proporre una piccolissima miniguida alle curiosità, ad uso esclusivo di tutti noi che, senza grosse pretese "culturali" visitiamo con rispetto ed ammirazione la nostra strada preferita.
Alternativa per chi vuole fare solo due passi, complementare per chi cerca qualche "curiosità" in più.
Cosa vuol dire ?
Chi può stampi queste pagine, vada a via Giulia e cammini seguendo le indicazioni riportate.
Chi non può esserci segua il percorso virtualmente sulla piantina e guardi le immagini abbinate ai vari links.
E’ chiaro che questa miniguida tralascerà tutto quello che è palesemente visibile o riportato nelle guide ufficiali; o perlomeno farà delle semplici citazioni solo per facilitare il nostro posizionamento; sicuramente salterà nomi di artisti famosi (farete sempre in tempo a trovarli nell'altra guida che vi porterete appresso ), ma altrettanto sicuramente non vi sfuggirà neppure il pur minimo dettaglio su quanto si può vedere ed intravedere anche ad occhio inesperto.
Dal naturale fondale dell’Hotel Hilton, alla rivendita di olive di Vicolo dell’Arcaccio, ....

nulla vi sarà risparmiato.
 

ITINERARIO: Da Ponte Sisto ai Fiorentini.

Fontana dell'Acqua Paola a Piazza Trilussa  Il problema dei vagabondi e mendicanti che nel corso del Cinquecento popolavano Roma indusse i pontefici a emanare una serie di bandi per arginare il fenomeno. Gregorio XIII (1572 - 1585) incaricò l'Arciconfraternita dei Pellegrini di fondare a tal proposito un ospizio in San Sisto Vecchio.
Nel 1586 Felice Peretti acquistò delle case presso ponte Sisto e incaricò Domenico Fontana, suo architetto di fiducia, di erigere in quel luogo un ospizio per i mendicanti. Esso fu sacrificato durante i lavori di arginatura del Tevere intorno all'anno 1880. Nel 1613 a ridosso della facciata dell'Ospizio, Giovanni Vasanzio e Giovanni Fontana costruirono per volontà di Paolo V la mostra dell'Acqua Paola, monumentale fondale per Via Giulia.
Nel 1879 la fontana fu smontata e solo nel 1898 ricostruita dall'altra parte del Tevere a Piazza Trilussa.

Ponte Sisto Partiamo da Ponte Sisto che, anche se oggi non propriamente parte della via, in passato ha sempre rappresentato un tutt’uno con la Strada; per oltre quattrocento anni infatti è stato l'unico ponte che, attraversando il Tevere, immeteva direttamente nella Strada Giulia creando così un itinerario naturale per chi da Sud si dirigeva verso Castel S. Angelo e la zona dei banchi, dove, si poteva passare l’altro ponte per andare a S. Pietro.
L'antico Pons Aurelius eretto forse da Caracalla (211 - 217), restaurato da Valentiniano (IV sec) e   rovinato per una piena del Tevere nel 792, fu rifatto ex novo per il Giubileo del 1475, sfruttando il lascito che il cardinale Torquemada fece ai Domenicani di S. Maria sopra Minerva.
L'opera, promossa da Sisto IV, e alla quale partecipò lo scalpellino Francesco Mei, è attribuita dal Vasari a Baccio Pontelli, ma la citazione sembra poco attendibile data la giovane età che quest'ultimo aveva all'epoca. Il ponte fu restaurato nel 1575 (Matteo da Castello) e nel 1598.
Durante i lavori per l'apertura del Lungotevere (1877 - 78) al ponte fu sovrapposta una passerella in ghisa e le targhe quattrocentesche, inneggianti a Sisto IV, murate nella testata.
La prima recita: “ XYSTUS IIII PON MAX / AD UTILITATEM PRO PEREGRINAEQUE MULTI/ TUDINIS AD IUBILEUM VENTURAE PONTEM/ HUNC QUEM MERITO RUPTUM VOCABANT A FUN/ DAMENTIS MAGNA CURA ET IMPENSA RESTI/ TUIT XYSTUM QUE SUO DE NOMINE APPELLARI/ VOLUIT “.
 
L'altra targa recita:
"MCCCCLXXV QUI TRANSITIS XYSTI / QUARTI BENEFICIO DEUM ROGA / VT PONTIFICEM OPTIMVM / MAXI / MVM DIV NOBIS SALVET AC SOSPITET BENE VALE QVISQVIS ES / VBI HAEC PRECATVS FVERIS".
 (1475 tu che passi su questo ponte per merito di Sisto quarto, prega il Signore che ci conservi lungamente e assista il pontefice ottimo massimo. Vattene in pace, chiunque tu sia, dopo che avrai detto questa preghiera).
Spostandoci un po’ indietro per Via dei Pettinari è possibile avere una bella panoramica del ponte, della Fontana dell’Acqua Paola, della Mostra dell’Acqua Paola, del complesso di S. Pietro in Montorio, dell’Ambasciata di Spagna e parte del Gianicolo.
Ponte Sisto è da osservare con la massima attenzione; specialmente ora che mezzo smontato e mezzo rimontato, ci dà la possibilità di vedere quanto resta delle vecchie strutture in ferro ottocentesche tolte intorno al 1985. E’ ancora in discussione su come riportare il ponte alla sua originale forma; intanto approfittiamone, affacciamoci al parapetto del Lungotevere là dove è stato interrotto all’imboccatura del ponte e guardiamo bene la sua struttura e la sagoma pronunciata a schiena d’asino.
Andando un po' verso Ponte Garibaldi, un’occhiata allo stemma marmoreo che si intravede al centro del ponte, all’esterno, lato a monte e a valle, ad una bella  panoramica del Gianicolo con la statua di Garibaldi, ed allo scorcio del marciapiede del Lungotevere.
 

Volgiamo lo sguardo a Via Giulia.

Piazza S. Vincenzo Pallotti Incominciamo subito a notare che la parte finale della Via (per noi l’inizio del nostro itinerare), quella che fino agli ultimi decenni del secolo scorso si chiamava Via del Fontanone dalla omonima fontana, è ora Piazza S. Vincenzo Pallotti, ed il grosso edificio sulla destra di colore gialletto, sede della Società Apostolato Cattolico Pallottini è detto appunto dei Pallottini.
Notare il portale al n° 204 con la scritta CARITAS CHRISTI URGET NOS; è stata sostituita circa quaranta anni fa a quella originale di MASSIMO CARTONI proprietario ed esponente di una famiglia borghese romana che aveva in quell’area diversi immobili.
All' angolo con Via dei Pettinari, palazzo con graziosa altana, e   proprio sopra l'indicazione della via omonima vediamo una edicola vetrata con all'interno l'immagine della madonna con bambino, e sotto una targa votiva.
Chiude la strada ad angolo con il Lungotevere dei Tebaldi il grosso edificio con archi e galleria detto dei "Centopreti"

Vicolo dell'Arcaccio All’angolo di Vicolo dell’Arcaccio, accanto all'entrata del Ristorante Vietnamita, si può ammirare quanto resta di una classica fontanella romana. E’ stata li fino ad una quindicina di anni fa adempiendo onorevolmente il suo dovere, anche perché l’unica nei dintorni; poi una bella notte è sparita e non è più tornata. Sicuramente dava fastidio a qualcuno o è andata ad abbellire qualche giardino privato. Peccato perché era un buon punto di ristoro.
Avanti nel Vicolo una rivendita di olive, lupini (fusaie), noccioline, frutta secca e simili e dietro il cancello il fondale di Palazzo Spada.

Via Giulia Riprendendo la via a destra, superato il bel palazzetto, passiamo accanto al cancello che immette nei giardini di Palazzo Spada. Non provate neanche a chiedere se si può entrare per vedere dentro perché il carabiniere di guardia vi dirà sicuramente No. Ordini ricevuti.
L'entrata principale del Palazzo Spada è alle spalle, esattamente a Piazza Capo di ferro, ed è sede del Consiglio di Stato, della Galleria Spada, e dove si può ammirare anche la famosa prospettiva di Francesco Borromini.

Passetto Pateras Continuando ci troviamo sulla sinistra il passetto che porta al Lungotevere; grazioso e comodo, peccato che è sempre sporco e imbrattato da stupide scritte. Queste scalette separano le due parti del palazzo chiamato Pateras Pescara fatto dall'architetto Marcello Piacentini nel 1924 al posto di vecchi magazzini e rimesse e, contrariamente a certi altri interventi simili, a detta di tutti si inserisce abbastanza bene nella via. 
Una veloce sortita sul Lungotevere ci permette di vedere il retro del palazzo Pateras e un scorcio di Palazzo Farnese. Rientrare a Via Giulia.

N° 190 Al n° 190 bella costruzione ad angolo con il Vicolo del Polverone con lastra in cotto raffigurante un profilo con festone circolare intorno, e al primo piano, al lato del terrazzino, targa "SUB / PROPRIETATE / DE MIGNANELLIS". All' angolo del vicolo, scorcio di Palazzo Spada.

Consolato di Francia La seconda parte del palazzo Pateras è sede del consolato di Francia e come si può vedere l'esterno è stato ripulito recentemente ( Febbraio 1998). Peccato che dopo pochi giorni, il lato posteriore, quello non sorvegliato che dà sul Lungotevere dei Tebaldi, era già tutto imbrattato con le solite scritte indecifrabili. 

N° 251 Entrata agli uffici del Consolato di Francia, con sul portale la scritta A. FUNDAM. MCMXXIV La finestra superiore è sormontata da una cornice con lo stemma dei Pateras.

Fontana del Mascherone Fontana detta del Mascherone, che dà il nome alla via di fronte; nel posto già prima dei lavori di arginatura del Tevere, ma con un diverso fondale alle spalle fatto di piccole abitazioni poi demolite

Via del Mascherone Subito a destra della via in alto iscrizione ricordante il Cancellieri, e a seguire altra del poeta Waiblinger.
Al n° 60 è la Chiesa dei SS. Giovanni e Petronio dei Bolognesi.
Al N° 58 sull'architrave del portone scritta  AN DOM MCMX; segue ancora un bel palazzo con un monumentale portone bugnato sormontato da timpano con madonnina e belle finestre incorniciate. Uno sguardo in alto all'angolo con palazzo Farnese

Palazzo Farnese Cancello vetrato con vista posteriore del Palazzo Farnese e giardino.
Che dire su Palazzo Farnese ! Forse il più raffinato palazzo di Roma sia che lo si guardi da questo lato, sia dal lato di Piazza Farnese. Il giardino, la loggia, i fregi, il cornicione; tutto è armonia ed equilibrio di proporzioni. Non si sa da che parte cominciare e allora rimandiamo il tutto a visite e descrizioni più approfondite e per il momento accontentiamoci di ammirare il cornicione.
Qui dal computer possiamo anche ammirare una bella vista aerea.

N° 254  Notare la soluzione adottata per allargare la porta di ingresso ad una rimessa di auto.

N° 255 Costruzioni facenti parte dei Camerini Farnesiani e Antiquario Farnesiano; notare i due semiarchi in mattoni lasciati in evidenza nel muro dopo il restauro.

Arco Farnese  L'arco, eretto nel 1603, collegava la terrazza del palazzo Farnese con il Romitorio del Card. Odoardo e con le costruzioni farnesiane verso il Tevere ove era l' antiquario e un grande giardino. Il progetto originale, mai realizzato, ne  prevedeva la continuazione con un ponte per collegare l'altra sponda del Tevere ove erano gli Orti Farnesiani.

Via dei Farnesi Addossata al muro di palazzo Farnese un'edicola con crocifisso e la scritta JESUS NAZAR.
Al n° 74 casa con due targhe di appartenenza all'Arciconfraternita di S. Maria dell'Orazione e Morte.
Al n° 75 targa della Carità.
Segue altra casa con terracotta policroma raffigurante la Madonna.
Al n° 79 altra targa della Carità e portone con architrave in travertino e la scritta  IHS MARIA / AGUSTINO SERENIUS DA FUNTO FUNDAVIT / DIE III LUIO MDLIII con uno scudo e dentro le iniziali A.S.
Al n° 81 bella costruzione restaurata sempre con targa della Carità.
Segue fino al N° 84 altra costruzione con grande medaglione con la Pietà e la scritta CHARITAS.
A seguire altre tre costruzioni tutte con targa di proprietà del Gonfalone.
All'angolo con Via del Monserrato, palazzo Fioravanti con edicola mariana e targa in basso "Per ordine di Mons. Ill.mo.....1742".

N° 261 Chiesa di S. Maria dell'Orazione e Morte.
Guardare attentamente gli ornamenti sulla facciata della Chiesa, il campanile, le due lastre di marmo ai lati, l'arco con i gigli. Questa chiesa appartiene alla omonima confraternita il cui scopo era quello di dare sepoltura e pregare per tutti i morti insepolti e abbandonati nella campagna romana. Costruita nel 1575 fu poi riedificata in pianta ellittica nel 1733 per opera dell'architetto Ferdinano Fuga sepolto nella stessa chiesa. La facciata è a due ordini di colonne, mentre ai lati vi sono due corpi minori con finestre ovali sopra gli accessi. Il movimento interno, ricco di decorazioni e con due cappelle per lato è sovrastato da un'ampia cupola ellittica. Alle pareti, tra le cappelle, affreschi di Giovanni Lanfranco. Nel sotterraneo è possibile visitare quanto resta del vecchio cimitero delle confraternita. 

N° 183 Palazzo con sul portale stemma con api e colonna della Famiglia Barberini Colonna (Sciarra).

N° 1 Palazzo Falconieri. Sede dell'Accademia d'Ungheria.
Il palazzo Falconieri, sorge sull'antico palazzo Odescalchi, ivi innalzato nel XVI secolo e conservato integro fino al 1638, quando Orazio Falconieri lo acquistò dai Farnesi che a loro volta lo avevano rilevato nel 1606. Dopo il 1640 Borromini lavorò alla ricostruzione dell'edificio con una nuova ala verso il Tevere, iniziata nel 1646. A conclusione dei lavori, protrattisi fino al 1649, l'edificio risultava ampliato e modificato in più zone. Nella facciata su Via Giulia, Borromini aggiunse tre finestre alle otto preesistenti e realizzò un portone cieco, simmetrico a quello cinquecentesco. Alle estremità del prospetto egli inserì due erme con teste di falco, animale simbolo della famiglia, e seni femminili; delle due una, quella di sinistra fu messa in opera nel 1730-35. Dal 1650 al 1660 furono eseguiti dei lavori inerenti la funzionalità dell'edificio: canalizzazione dell'acqua, costruzione di granai, cucine e giardini. Dal '64 al '69 gli operai della fabbrica si occuparono di finiture e restauri. Tra il 1730 e il 1733 Ferdinando Fuga è documentato come architetto della famiglia Falconieri per la quale lavorò nel palazzetto adiacente all'edificio principale su Via Giulia, ove eseguì alcuni lavori di rifinitura. Notare le due erme ai lati del palazzo con la testa di falco, l'immagine della Madonna con bambino in mosaico " Patrona Hungariae " posta sopra la seconda porta (quella murata), e la parte di sotto del balconcino con rosoni e stemma con falco. Dal lato del Lungotevere abbiamo anche una bella vista dell'altana progettata dal Borromini.

Via di S. Girolamo della Carità Al n° 23 Biblioteca del Pontificio Ateneo della Santa Croce.  Seguono case con lo stemma di proprietà della confraternita del Gonfalone. Al n° 63 primo Oratorio di S. Filippo Neri, e sul portale bassorilievo della Carità.
La via sbocca nella Piazza di S. Caterina della Rota dove possiamo vedere, fra l' altro, sulla sinistra un bel palazzo con la facciata molto decorata. Ritorniamo indietro per Via in Caterina e guardiamo in alto il balcone a metà della strada.
Riprendiamo Via Giulia. e se l'aria è limpida ammiriamo di nuovo il fondale con l'Hilton.

N° 2 Palazzetto Falconieri. Costruzione annessa al palazzo Falconieri, sempre parte dell' Accademia d' Ungheria, con una strana ed alta torretta, visibile solamente dal retro, verso il Lungotevere.

N° 177 Targa della Carità.

N° 171 Bel palazzo con cortile. Osservare con attenzione l'ultimo piano rialzato.

N° 4 Palazzo Lecca di Guevara. Sul fondo il cortile e giardino, anche questi sconvolti a suo tempo dai lavori di arginatura del Tevere.

N° 167 Palazzo Baldoca Muccioli.

N° 163 Palazzo Cisterna.

Chiesa di Santa Caterina da Siena Notare i due stemmi in alto con la lupa e i due gemelli e la scritta S.P.Q.S. simbolo della Città di Siena. Già nel XIV secolo vi era una presenza di senesi talmente grande a Roma che tutta l'area compresa tra via del Monserrato  ed il Tevere era denominata Castrum Senese. Nel 1526 la Confraternita dei Senesi nata da qualche anno costruì qui la propria chiesa intitolandola alla famosa santa toscana. Numerosi gli interventi di restauro che interessarono l'edificio. Il più importante  fu effettuato verso la fine del XVIII secolo ad opera dell'architetto Paolo Posi (il cui sepolcro è nella chiesa). L'interno si presenta a navata unica su cui si aprono due cappelle per lato. Nella chiesa sono esposte tutto l'anno le bandiere delle contrade senesi che il 2 Luglio e il 16 Agosto danno vita al famosissimo palio.  

N° 16 Palazzo Varese. Osservare con attenzione il bel cornicione ornato di aquile e torri e se possibile entrate nell'androne e godetevi il cortile. Sul frontale  al primo piano lampade elettriche a forma di candela.

Collegio Spagnolo Palazzo degli Stabilimenti Spagnoli. Targa e cartiglio con stemmi in alto. L'inferriata all'entrata è sempre chiusa e ben controllata dal portiere, ma si può comunque vedere bene parte dell'interno

N° 23A  Portoncino con la scritta A. DIORIO. In alto lapide commemorativa del sacrificio di due partigiani nel Febbraio 1944, posta dal Comune di Roma nel 1957.

Via di S. Eligio Al civico 2 e 3 bella palazzina in stile rinascimentale di 3 piani più uno rialzato.
A seguire prima una costruzione appartenete alla Università e nobil collegio degli orafi gioiellieri argentieri dell'alma città di Roma e sede dell'archivio, poi la chiesa S. Eligio appartenente alla stessa Università.
Al n° 8A targa di proprietà dell'università e affresco rappresentante S. Eligio
Al lato della strada indicazione della via con errore  Rione VI ??.
Continuare per la via girando a sinistra per vedere uno scorcio dell' altana di palazzo Falconieri, e delle curiose finestre sulle proprietà degli orefici.

Via della Barchetta Osservare fra l'altro l'ultimo palazzo in fondo a sinistra ad angolo con Via del Monserrato; notare il cornicione e la successiva sopraelevazione.

N° 147 Palazzo Ricci. Entrate e date uno sguardo attento al cortile per ammirare anche il bel sarcofago strigilato ad uso di vasca.

N° 146 Palazzo Ricci. Qui di solito il cancello di accesso al cortile è chiuso ma si può comunque ammirare una bella stele funeraria romana.

N° 25 Entrata del Liceo Virgilio.

Chiesa del Santo Spirito dei Napoletani. Chiesa del Santo Spirito  dei Napoletani. Affresco sopra il timpano della facciata e iscrizioni ai lati dell'entrata. Nel 1574 la Confraternita dei Napoletani acquistò l'antica chiesa di Sant' Aurea (XV sec) da utilizzare come sede per la propria attività. Ben presto la chiesa si dimostrò  insufficiente agli scopi per cui ne fu decretato l'abbattimento per far posto ad un nuovo tempio più grande. Fu così realizzato (1619) l'attuale edificio sotto la direzione di Domenico Fontana. Nel 1650 l'architetto Cosimo Fanzago disegnò la facciata che nel XVIII secolo fu modificata da Carlo Fontana (1704) e da Nicolò Forti (1772). L'aspetto attuale della facciata risale però al rifacimento ottocentesco finanziato da Francesco II di Borbone che è stato qui sepolto assieme alla moglie fino al 1984. Nell'interno, a navata unica su cui si aprono le sei cappelle laterali, trovano posto interessanti dipinti come il martirio di San Gennaro di Luca Giordano. 

Via di S. Aurea Subito a destra su Palazzo Ricci targa " Di ordine di Mons. Presidente ....1765".
Segue bel portoncino sede della Fondazione Galileo Galilei.
Sbocco in Piazza Ricci con altro ingresso al Palazzo, graffiti, edicola, sedili.

N° 38 Collegio Ghislieri; targa al N° 35. Il Liceo classico "Virgilio" costruito tra il 1936 ed il 1939, trova spazio in un'area già occupata da edifici antichi. Durante i lavori per il moderno edificio fu inglobato in esso ciò che restava del Collegio Ghislieri, il cui portale fa bella mostra di sè al numero 38 di Via Giulia. Nel timpano spezzato curvilineo è un riquadro con la Sacra Famiglia e un'iscrizione con stemma che inneggia a Giuseppe Ghislieri, fondatore dell'Istituto(1630). Nel 1670 il collegio fu sistemato sotto il patronato dei Salviati. Ognuno dei ventiquattro giovani ospiti, provenienti da famiglie nobili decadute delle Stato pontificio, poteva risiedere nell'Istituto per cinque anni.

N° 141 Bel cortile.

Piazza della Moretta Sulla sinistra, verso il Lungotevere scorcio dell'edificio delle Carceri Nuove, e sulla Via Giulia la facciata della Chiesa detta di S. Filippino ; segue al n° 34 l'entrata murata dell'oratorio delle Piaghe di N.S. con sopra la relativa targa.
La chiesa di S. Filippo Neri fu eretta sui resti di quella dedicata a S. Trofimo Arcivescovo di Arles e protettore dei podagrosi, da Rutilio Brandi nel 1623, il migliore guantaio e profumiere di Roma, malato di gotta . L'edificio era annesso ad un conservatorio per le fanciulle povere e ad un piccolo ospizio. Restaurata più volte venne completamente rifatta nel 1853 sotto il pontificato di Pio IX. Destinata alla demolizione negli anni 1937 - 1939, è rimasta completamente abbandonata fino ai nostri giorni.

Nel Luglio del 1998 sono iniziati i lavori di restauro del complesso come si può vedere dalle impalcature sul davanti e sul retro della chiesa e di quanto resta dell'oratorio.
Giro intorno ai resti della Chiesa diroccata; fare caso alla scritta sul muro lato vicolo del Malpasso su un arco con porta murata.

Notare la bella costruzione all'angolo fra Via del Monserrato e Via del Pellegrino. Tutta la piazzetta sarebbe graziosa se non fosse trasformata purtroppo in un brutto parcheggio. Su Via Giulia entrata al parcheggio del liceo Virgilio, sull'area dove prima era tutta un' isola con vecchie costruzioni demolite in epoca fascista. Appresso, sull'altro lato di Via di S. Filippo Neri, vergognose rimesse fatiscenti.
In alto super-super attico da sogno.

N° 131 Palazzo sede di uffici del Ministero di Grazia e Giustizia. Due targhe di proprietà del Gonfalone, e immagine della Madonna sul portone.

Al N° 52 Le Carceri Nuove Sede della DNA (Direzione Nazionale Antimafia). Guardare con attenzione il Palazzo e fare un giro intorno per Vicolo delle Prigioni, Via Bravaria e Vicolo della Scimia. Si può ammirare il Palazzo in tutta la sua imponenza. Notare le grate alle finestre. Attraverso il massiccio portale rastremato con sopra una targa, si accedeva un tempo alle Carceri Nuove, cosiddette perchè sostituirono i più antichi istituti di pena dislocati a Tor di Nona, Corte Savella e Borgo. L'architetto fu Antonio Del Grande che che eseguì il complesso tra il 1652 e il '55, su commissione di Innocenzo X, ricordato da un'iscrizione che sormonta l'architrave della porta. Alla morte del pontefice (1655) l'edificio non era ancora terminato. Fu Alessandro VII Chigi a concludere i lavori sfruttando gli ambienti per lavare coloro che, scampati alla peste del 1656, erano tenuti in isolamento a S. Pancrazio e a S. Eusebio. L'organizzazione interna del carcere prevedeva un reparto maschile ed uno femminile, nonchè una sezione adibita ai minorenni.

Via della Carceri  Bel palazzetto ad angolo a sinistra con Via dei Banchi Vecchi.
Targa con " Per ordine di Mons.... 1741".
A sinistra targa del Rione Ponte V.
A destra targa del Rione Regola VII.

Vicolo della Scimia Notare il finestrone con inferriata in alto sulla destra del palazzo del carcere minorile. Farà coppia con l'altro sulla strada successiva.
Più avanti costruzioni annesse all' Oratorio del Gonfalone, con targhe di appartenenza alla confraternita omonima, con la tipica croce in ovale e la scritta         DO   MUS         ARCH   TIS        CON   NIS        N°   XVIIII

N° 127 Insignificante portone che dà accesso invece ad un piccolo ma stupendo atrio-cortile con annesse  stanze con soffitti a cassettoni. Peccato però che sia sempre chiuso.

Via del Gonfalone Ex carcere minorile. Sede del Museo Criminologico e Biblioteca Storica dell'Amministrazione Penitenziaria. Programmate un visita e portateci pure i vostri bambini; troveranno sicuramente motivo di interesse e divertimento.
Altro lato del finestrone con inferriata di Vicolo della Scimia.
Al n° 11 targhe di proprietà dei Bresciani, anche all'angolo della via omonima.
Al n° 20 e 21 bella costruzione con balconcino infiorato e strana porta-finestra a specchio.
Più avanti l'Oratorio del Gonfalone. L'Oratorio, fu costruito fra il 1544 e il '47 per ospitare i confratelli della Compagnia omonima. La Madonna della Misericordia, protettrice dell 'Arciconfraternita, è in facciata. Nata nel 1264 in S. Maria Maggiore la Compagnia si occupò di riscattare gli schiavi, e di rappresentare la Passione di Cristo nella cappella della Pietà al Colosseo.
Nel 1539 Paolo III fu costretto a sospendere l'usanza per la violenza con cui gli spettatori si scagliavano contro i carnefici di Cristo. Gli episodi della
Vita e Passione di Cristo sono infatti raffigurati sui lati lunghi e sulla parete della controfacciata.
Gli affreschi furono eseguiti tra il 1569 e il '76 da un'equipe di artisti attivi a Roma nella seconda metà del XVI secolo.
All'angolo con Via Giulia bugnature in basso.

Su Via Giulia osservare sull'edificio delle carceri la terzultima finestra in basso con le sbarre; è disegnata.

N° 59 In alto a destra del portone targa con la scritta:
ARCHICON=  / FRAT / S. MARIAE / SUFFRAGII / N° I

Chiesa di S. Maria del Suffragio Chiesa di S. Maria del Suffragio. Notare in alto  l'originale  campanile. Questa chiesa fu opera della omonima Compagnia, un ordine nato nel 1592 con lo scopo di pregare per le anime del Purgatorio. La chiesa fu iniziata nel 1662. La facciata del 1669 è opera di Carlo Rainaldi, come pure l' altare maggiore. L'interno ad unica navata è sobrio ed armonico, lontano dalla ricercatezza dello stile barocco di cui il Rainaldi fu uno dei principali esponenti in Roma. Sono presenti nella chiesa alcune opere interessanti risalenti al XVII secolo. 

N° 59A Accanto alla Chiesa, portale con la scritta ORATORIUM.

Via dei Bresciani Subito a sinistra lapide commemorativa di Mons. Novarese, e ai civici 3, 4 e 6 targhe di appartenenza alla SOCIET. BRIXIE con il simbolo della doppia croce e numerazione.
Al n° 8 sede dell'Opera Pia dei Bresciani di Roma.

N° 62 Hotel Cardinal. I sofà di Via Giulia; bella edicola con iscrizione e dedica.

N° 102 Cortile con graffiti e prospettiva con tre archi e figura di donna.
Notare anche qui il bel cornicione lavorato.

Chiesa di S. Biagio Chiesa di S. Biagio degli Armeni o della Pagnotta . La chiesa è celebre per la liturgia che si festeggia il 3 febbraio, giorno della festa del santo, durante la quale viene distribuito ai fedeli un pane benedetto. Inoltre, sempre durante questa particolare funzione, vi è l'unzione della gola in ricordo delle capacità taumaturgiche di S. Biagio, ritenuto dalla tradizione popolare, guaritore delle affezioni della gola. La facciata, semplice e lineare con i suoi quattro grandi pilastri, fu realizzata nel '700 da Giovanni Antonio Perfetti. L'interno, di impianto ottocentesco, è opera dell'architetto Filippo Navone.   

Vicolo Sugarelli Subito a destra sulla casa restaurata piccola targa che ricorda il vedutista del 1700 Giovanni Battista Busiri.
Al civico 4 resti di graffiti sul palazzo restaurato che riprendono il motivo a scacchi del cortile di Via Giulia 102.
A seguire altri bei graffiti sul palazzo successivo.
Al n° 20 statuina incastonata sopra la porta.
Attenzione al suggestivo Vicolo Sugarelli sulla sinistra, ormai chiuso e ridotto a cortile.
Al n° 6 targa di proprietà con la scritta SUB PROPRIETATE VEN. DOMUS TURRIS SPECULORUM N° XXXXII.

Vicolo del Cefalo Notare gli archi murati su Palazzo Sacchetti dove ora sono le finestre del primo piano.
Sul muro di Palazzo Sacchetti edicola e nicchia con targa in alto sopra il lampione con la scritta "LIBERATO / DA CENSO / ANNO / M D L IIIII" , in alto i fregi del cornicione. Sul palazzo all'angolo con Via Giulia, lato rimessa, ancora gabinetti sui balconcini.
All'angolo con Via Giulia resti di una antica fontanella.

N° 98 Palazzo Donarelli Ricci.

N° 66 Palazzo Sacchetti. Interpretare i vari ampliamenti sulla facciata del palazzo ancora ben visibili.
Targa di marmo al primo piano con la scritta:
DOMUS/ANTONII/SANGALLI/ARCHITECTI/MDXLIII che ne rivendica l'antica proprietà.

Portone, lampioni, finestroni con grate, stemma in alto abraso, cortile, ninfeo.. sarebbe da osservare tutto specialmente dentro. Contentiamoci. E' la residenza dei Marchesi Sacchetti.

N° 67  Proprio sotto al lampione c'è una targa di marmo con lo stemma di appartenenza al Capitolo di S. Pietro

N° 93  Casa con stemmi Farnesiani.
Il palazzetto fu decorato con gli emblemi di casa Farnese durante il pontificato di Paolo III (1534-49). L'architetto titolare della fabbrica fu forse Giacomo Della Porta. Al centro della facciata attuale, sopra la cornice della finestra al primo piano, è lo stemma di Paolo III sormontato dalla tiara pontificia e le chiavi e inquadrato da due liocorni. Più in basso, ai lati della finestra che si apre su un balcone, sono altri due stemmi farnesiani; a sinistra del Cardinale Ranuccio o Alessandro, a destra del duca Ottavio o, forse, di Pierluigi Farnese.

N° 89 Palazzo di recente restaurato con scritta al primo piano:
RESTAURAVIT ANNO DOMINI MDCCCLX.

Vicolo Orbitelli Al n° 13 bella costruzione su due piani con rilievo scolpito al primo piano; Ristorante Il Furore.
Al n° 17 bella costruzione ben restaurata su tre piani più due sopraelevati.

Vicolo delle Palle Testa di leone incastonata subito e destra in alto.
Al n° 29 targa di proprietà al Capitolo di S. Pietro, simile a quella al 67 di Via Giulia.

N° 79 Palazzo Sangallo Medici Clarelli.
L'edificio che al n° 79 di Via Giulia ospita oggi la 1^ Circoscrizione, fu eretto nel 1535-36 da Antonio da Sangallo il Giovane per farne la sua residenza privata. Alla morte del Sangallo (1546) l'immobile fu venduto al fiorentino Migliore Cresci, ricordato nelle iscrizioni che corrono lungo le cinque finestre MELIOR DE CRESCIS CI FLORENTINUS. Tra il 1559 e il 1565 il nuovo proprietario fece decorare l'intera facciata con degli affeschi,  in cui figuravano anche le insegne medicee e i ritratti di Giovanni e Giuliano de' Medici. La decorazione rimase in loco fino alla fine dell'Ottocento, quando fu sostituito l'intonaco. In memoria dell'impresa rimase in facciata la targa che inneggia a Cosimo I, duca di Firenze ( COSMO MEDICI / DUCI FLOREN II / PACIS ATQUE / IVSTICIAE CULTORI ).
Nel corso del XVII secolo il palazzo fu ampliato allungando la facciata, in cui fu ripetuto il motivo delle finestre sangallesche. Passato al Consolato di Toscana e, più tardi, ai Marini Clarelli, l'edificio divenne prima sede di una caserma, quindi fu acquistato dal Comune che ne ha sovvenzionato i restauri.
Il complesso è tagliato longitudinalmente dal vestibolo d'ingresso e dal cortile, in parte coperto, con un effetto prospettico che mette in evidenza il motivo della serliana nella facciata del cortile.
Raffinatissima la scelta di un atrio sopraelevato rispetto all'androne, dal quale si gode l'inquadratura scenografica di tutta la corte.

N° 85 Palazzo di recente restaurato con la scritta in alto sulle tre finestre:
POSSEDEVA    RAF. SANZIO    NEL MDXX.

N° 81 Palazzo con in alto al centro una targa di proprietà della Confrat. Misericordia di S. Giovanni Decollato N° XXI.

Via dei Cimatori Al n° 19 portone di un bel palazzo in stile fiorentino con la targa SUB PROPRIETATE SOCIETATIS PIETATIS NATIONIS FLOREN N° XXXVI che seguita su Via Giulia con un bel balconcino e targa di appartenenza non decifrata. Vista della cupola verso la fontanella.

Chiesa di S.Giovanni Battista dei Fiorentini Soffermare lo sguardo sullo scorcio della facciata da Via Giulia con l'alto timpano, e dietro la chiesa sulla cupola.
Ai piedi della scalinata si vedono ancora chiaramente i fori della bella cancellata in ferro che recingeva tutto il fronte della Chiesa, tolta nel 1939.
Notare anche accanto alle porte i bassorilievi con i gigli fiorentini.
Voluta da Leone X che commissionò i progetti ad Antonio da Sangallo il Giovane, a Baldassarre Peruzzi, a Michelangelo, a Raffaello e a Jacopo Sansovino, venne da quest'ultimo iniziata nel 1519 e continuata dal Sangallo e da Giacomo Della Porta. La cupola per la quale fu interpellato di nuovo Michelangelo venne realizzata nel 1602 da Carlo Maderno assieme alla volta interna a botte. La facciata, opera di Alessandro Galilei (1734) è in travertino con otto semicolonne corinzie nell'ordine inferiore e quattro in quello superiore. L'interno a croce latina, è ripartito in tre navate da un poderoso ordine di pilastri in muratura con cinque cappelle per lato. Nel presbiterio l'altare maggiore e i due monumenti sulla parete sono opera del Borromini. Altre notevoli opere d'arte del XVIII secolo sono la pala d'altare di Salvator Rosa ed un gruppo scultoreo di Antonio Raggi. Nella chiesa vennero sepolti il Maderno ed il Borromini: una lastra tombale nella navata mediana, sotto la cupola ricorda il primo, mentre una lapide murata nel terzo pilastro sinistro commemora l'altro artista.     

Piazza dell'Oro Al N° 3 stupendo cortiletto con fontana a vasca della casa Sangalletti.
Segue all'angolo con via del Consolato un'altra costruzione in stile fiorentino con lo stemma del Giglio di Firenze, che prende tutta la piazzetta fino all'angolo con via Acciaioli.

Via del Consolato Al n° 19 casa con targa di appartenenza alla Nazione Fiorentina, e a seguire targa di appartenenza ai FRATELLI MORELLI / N° V.
Sulla casa Sangalletti in alto stemma; bel cornicione.
Al numero 6, Palazzo De Rossi con un cortile-giardino che arriva fino a Via dei Cimatori. All'interno, sopra il primo piano scritta: CAROLUS ALPHONSI F. MALVETIUS CAMPEGGIUS PERF. ET REST. AD MCMXXXII.

Via Acciaioli Ancora ben visibili i resti delle demolizioni per la costruzione del raccordo fra Corso Vittorio Emanuele ed il nuovo Ponte Principe Amedeo intorno all'anno 1939. Guardare con attenzione il lato destro e sinistro della strada. Il Palazzo addossato alla Chiesa in mattoni rossi è di proprietà della Nazione dei Fiorentini. Vedi la targa su Via Acciaioli n° 2 DOMUS ET PLATEA ECCLESIAE S IO BAPTIS NATIONIS FLOR N° II. 

l'autore ringrazia

 FINE (rev. 2.1)

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